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Giornalista per un giorno

Fingersi un altro non è mai stato così interessante...

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Con il presente comunicato il qui presente Stefano Carpedi dichiara di aver buggerato, mistificato e raggirato innocenti vecchiette, passanti, ambulanti e quant’altro dichiarando se stesso facente parte di una categoria che per niente lo appartiene

Sì è vero, sono stato io, alcune settimane fa, esattamente il 4 aprile, mi sono finto giornalista. Non sono qui a chiedere perdono o a cercare uno sconto di pena oppure invocare la clemenza della corte. Voglio solo raccontare come sono andati i fatti. Diciamo che ho unito l’utile, cioè scrivere un articolo, al dilettevole, fare una passeggiata in paese.
Nella data sopracitata infatti mi sono recato al nuovo mercato di Bovisio Masciago per fare un articolo su di esso, comportandomi da vero giornalista insieme ad un altro compare di avventura - amico e giornalista anche lui.
L’idea era quella di fare il reporter un po’ antipatico e altezzoso, realizzare una critica astronomica per farmi poi proiettare nel mondo dei mass media con il titolo di “Altro stronzo di turno”.
In realtà poi non è andata così, avere 25 anni e definirsi giornalisti ti apre un mondo di nuove conoscenze che mi hanno lasciato stupìto. Ma cominciamo dalla genesi.

All'inizio parti con le migliori idee: "prendiamo la navetta, facciamo colazione, ci facciamo tutti amici e stringiamo mani…" Invece, perdiamo la navetta, se fermi la gente questa scappa e il contatto fisico nel nostro casto mondo cattolico è un tabù medievale. L’unica cosa decente è la colazione in piazza della chiesa. Cappuccio, brioches, bottiglietta d’acqua e succo di frutta, chissà se i grandi cronisti del “Times” fanno come me, devo vedermi qualche film americano…

Durante la passeggiata comunque riesco a fermare qualche signora più o meno anziana, la quale se ne frega amaramente delle mie domande sul mercato e comincia a lamentarsi di quello che ci circonda, dei vigili, dei bambini, delle cacche canine, di Odino e i giganti di ghiaccio e dell’aspirapolvere della sciura Mariuccia. La cosa divertente è che mentre camminiamo in corso Milano, spero sia quello del mercato perché mi confondo sempre, parlo con persone che ti risponde a fatica, ma appena lasci uno spiraglio aperto ti racconta tutte le sfighe sue. Emblematica è la signora che abita in una via “centro Bovisio, di fianco Masciago” che lamenta di una vigilessa “che fa multe a tutti tranne che ai parenti di quello là”. I migliori invece sono quelle persone le quali dicono di ricordarsi di te non appena li informi che sei un “cronista locale”.

Arrivare al mercato attraverso il marciapiede è pulito e spazioso, con delle fantastiche querce secolari, le stesse di sempre... è un grandissimo piacere. Ci mettiamo alla ricerca di commercianti che ci informino sulla loro opinione. Grazie anche al mio socio di avventura, riusciamo a parlare con i lavoratori, i quali mi rispondono secondo modalità molto distinte tra loro:

Giocatore di calcio
Tale è il commerciante che, come un attaccante a cui è stato negato un rigore in una partita persa, deve rispondere alla domanda su quanto secondo lui sia stato corretto l’arbitraggio. Della serie “abbiamo giocato bene, tutti felici, peccato per il rigore, blablabla errori di analisi logica e grammaticale vari.”

Quello che la crisi...
Colui che ti parla dei sui problemi economici e mentre risponde alla tue domande cerca di affibbiarti un reggiseno “taglia nonna”, che se lo regalo alla mia ragazza pensa che ho qualche problema.

L’amicone
Ambulante che sapientemente finge di conoscerti da una vita, ti raggira con le parole come un giocoliere del circo di Rai3 e alla fine te ne vai senza una risposta, ma con un campionario di profumi e caciotte tale da poter fare concorrenza al vicino centro commerciale.

L’esperto venditore
Maestro artigiano ambulante, persona distinta e di classe, solitamente vende abiti, non alza la voce e conosce tutte le signore della zona. Sa tutto, conosce tutto e ti fa parlare con le persone giuste. Ti fornisce i dettagli sulla merce e sulla bancarella con numeri, cifre e dati che nemmeno Matteo Renzi con le slide...

L’omertoso
"Chi sei? Cosa vuoi? Io non so nulla di nessuno. Non ho una bancarella. Questa merce non è mia. Non lavoro qui. Mi sono perso. Ma dove vai? Almeno compra un pesciolino."

Il giro al mercato prosegue piacevole, nonostante veniamo addirittura fermati e interrogati sulle nostre azioni; pensare che credevo l’OVRA abolita.

Censura a parte, fare il giornalista è divertente in piccolo. Scopri il paese e la gente, inoltre essere ventenni e spacciarsi con una qualifica del genere apre molte porte, soprattutto sfoghi di gente normale che normalmente ti eviterebbe in rocambolesche fughe. Sono andato perché ero in ferie e non volevo annientarmi davanti alla televisione e penso che se capiterà di nuovo andrò di nuovo con matita e quadernino in mano parlando con chiunque mi capiti a tiro per la gioia del sentire parlare la gente dei suoi problemi, o forse (qui è il mio io presuntuoso a parlare) per l’idea che con una sola domanda qualcuno si possa sentire libero da un peso e andare via sorridendo.

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