Giovedì scorso ha avuto luogo, in Regione Lombardia, l’audizione con la V Commissione Territorio e Infrastrutture sul tema Pedemontana. I comitati cittadini, i rappresentanti di Legambiente e il Sindaco di Seveso Paolo Butti, portavoce dei sindaci della tratta B2, hanno avuto la possibilità di esprimere i loro dubbi, le problematiche e le richieste su questa grande opera inutile della Lombardia.
Obiettivo raggiunto, grazie allo sprint e alla preparazione dei relatori di fronte a una commissione forse impreparata alla quantità delle argomentazioni. Ora non resta che attendere le decisioni dei Consiglieri Regionali.
Presenti alla seduta gli esponenti di Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile, i rappresentanti dei comitati Cives di Seveso, Desio e Bovisio Masciago, l’Associazione Noi per Cesano, il Comitato Beni Comuni e Legambiente Desio. Presenti all’audizione anche il Sindaco di Barlassina Annamaria Frontini, l’Assessore di Barlassina Pier Angelo Radice, il Consigliere Comunale e delegato per Cesano Maderno Massimiliano Bevacqua, l’Assessore di Desio Daniele Cassanmagnago. Tra il pubblico, anche diversi cittadini preoccupati, un’esponente del Comitato Ambiente per Bovisio Masciago e il Consigliere Comunale di Insieme per Bovisio Masciago, Giuliano Soldà.
In commissione completamente assenti i rappresentanti del PDL.
La seduta, aperta dal Presidente della Commissione Territorio e Infrastrutture, Alessandro Sala (Maroni Presidente), con il monito di “essere brevi”, ha introdotto la Presidente del circolo Legambiente di Seveso, Gemma Beretta, che ha esposto l’ordine degli interventi e assunto il compito di dare la parola ai tecnici e ai rappresentanti dei cittadini, per scandire i tempi delle loro esposizioni e rispettare al meglio le indicazioni del presidente. Una volta terminata la sua introduzione però, Sala ha subito voluto mettere in chiaro che gli interventi sarebbero stati fatti nell’ordine da lui deciso e “in tempi ristretti”, non da quello proposto dalla presidentessa.
Il primo tecnico a intervenire è stato il Docente di Diritto Urbanistico al Politecnico di Milano, Patricio Enriquez, che si è trovato di fronte all’arduo compito di esporre brevemente una relazione tecnica che rappresenta già un riassunto dei chilogrammi di faldoni riguardanti le vicende dei progetti dell’autostrada Pedemontana (per maggiori dettagli seguire questo link), con le relative approvazioni e prescrizioni del CIPE. Impresa che Enriquez ha portato a termine accelerando il ritmo dell’esposizione, per rientrare nei tempi imposti, senza tralasciare nulla. Perché tralasciare dei dettagli in una relazione tecnica è un po’ come tralasciare un segno aritmetico o una parentesi quadra in un’espressione matematica.
“Se lei sta leggendo quello che è scritto nel documento –ha subito risposto il presidente Sala-, mi perdoni, ma l’esame per leggere e scrivere l’abbiamo passato tutti. L’importanza di queste audizioni è quella di esprimere i concetti veri con poche parole, perché non mi è rimasto in testa niente di quello che ha detto”. Da sottolineare che proprio per questo motivo era stato consegnato a ogni membro del consiglio, un documento scritto molto dettagliato.
Il secondo intervento è stato quello di Gianni Del Pero, geologo, rappresentante del WWF e di Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile. Del Pero ha invece esposto le problematiche riguardanti la diossina nel terreno, gli aspetti della bonifica mai avvenuta, i risultati degli ultimi campionamenti e la mancata corrispondenza alle prescrizioni CIPE, le criticità e le diverse anomalie procedurali emerse nelle varie fasi progettuali dell’opera.
La parola è quindi passata a Edoardo Bai, medico ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente- International Society of Doctors for the Environment), nonché esponente del comitato scientifico di Legambiente Lombardia, che ha esposto le preoccupazioni dei medici su tematiche che purtroppo sembrano a volte sottovalutate. Edoardo Bai, in merito alla diossina riversatasi sul territorio a seguito dell’incidente Icmesa nel ‘76, ha sottolineato che il rischio di incidenza dei tumori sulla popolazione non è rilevabile in tempi ravvicinati ma riscontrabile solo sui lunghi periodi. Infatti, ha portato ad esempio alcune analisi effettuate a distanza di cinque e dieci anni riportanti una situazione non problematica, confrontandole con un’indagine svolta a distanza di più di vent’anni, eseguita da Mocarelli, della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, la quale ha svelato risultati molto diversi e cambiato radicalmente la situazione. I campioni di siero prelevato e conservato di 833 donne che nel 1976-77 erano state esposte alla nube di diossina, sono stati suddivisi in tre categorie, sotto i 20 picogrammi di concentrazione di diossina nel siero, tra i 20 e i 40 picogrammi e sopra i 40 picogrammi. I test hanno dimostrato che nelle donne più esposte alla diossina i tumori riscontrati erano il doppio rispetto a quelli delle donne meno esposte. Infatti sono stati trovati ben 66 tumori, di cui 33 alla mammella e 33 di altri tipi.
Tutto questo a più di vent’anni di distanza perché prima di questo lasso di tempo non è possibile effettuare indagini o riscontrare tumori, in quanto esiste un periodo di latenza tra esposizione e manifestazione della malattia. La situazione non è tranquilla, ha concluso Bai, perché la diossina è un cancerogeno in grado di aumentare, a distanza di anni, l’incidenza dei tumori nella popolazione e non essendo state fatte le necessarie bonifiche, smuovere la terra potrebbe causare una dispersione non controllabile della sostanza nell’aria.
A seguire Alberto Colombo, portavoce di Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile, ha esposto le richieste del gruppo che è possibile trovare per esteso seguendo questo link
Paolo Conte, rappresentante dei Comitati Cives, Noi per Cesano e Legambiente Desio, ha quindi illustrato le richieste dei cittadini facendo presente l’esistenza di un ricorso al Tar inoltrato al tribunale di Roma dai comitati Cives tutt’ora pendente. Seguendo il link qui di seguito è possibile leggere per esteso le richieste esposte da Conte.
In chiusura il Sindaco di Seveso, Paolo Butti, ha delineato quelle che sono le richieste e le motivazioni dei sindaci dei comuni coinvolti nella tratta B2 in modo chiaro e preciso, evidenziando soprattutto l’importanza degli interventi di mitigazione ambientale, riferiti in modo particolare all’ampliamento del Bosco delle Querce. Non ha tralasciato nemmeno la condotta poco rispettosa che Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A ha tenuto nei confronti delle istituzioni comunali riguardo la mancanza di considerazione e di condivisione delle informazioni sul progresso dell’opera. In allegato, alla fine dell’articolo, l’intervento del sindaco per esteso.
Prima di dare la parola ai Consiglieri della Commissione, il presidente Sala ha tenuto in modo particolare a sottolineare alcuni comportamenti scorretti, ponendo l’accento sul rilascio dei comunicati stampa prima del termine dell’audizione. Puntando il dito sul Consigliere Gianmarco Corbetta (Movimento 5 Stelle), ha usato termini molto forti nel rimprovero: “Questo è il vecchio, pessimo e maleodorante modo di fare politica. Il rispetto è importante. Non si risolverà mai niente nella vita se si vogliono fare le corse e arrivare prima degli altri.”
Pacata la risposta di Gianmarco Corbetta che, scusandosi per la tempistica, ha dichiarato che il rilascio del suo comunicato stampa in anticipo era dovuto esclusivamente all’organizzazione dell’ufficio stampa.
Roberto Anelli (Lega Lombarda-Lega Nord) ha quindi domandato ai gruppi presenti, se il movimento di terra in un’opera interrata non sia superiore rispetto a quello di un’opera in superficie ma dalle risposte di Enriquez e Del Pero, è risultato che la presenza di diossina è rilevabile già nei primi decimetri del sottosuolo e che comunque verrebbe smossa. Hanno poi reso nota l’esistenza di tecniche di scavo meno invasive, anche se più costose, per raggiungere il medesimo risultato.
Il Consigliere Segretario Agostino Alloni (Partito Democratico della Lombardia) ha trovato necessario domandare un ulteriore riassunto dell’audizione per valutare eventuali alternative all’opera.
In conclusione non si può che ringraziare Regione Lombardia per aver dato la possibilità alle parti coinvolte di far sentire la loro voce in sede ufficiale. Lo scopo, sebbene con qualche intoppo, si può dire raggiunto e i cittadini possono attendere le risposte della V Commissione, fiduciosi di aver svolto al meglio il proprio lavoro. In breve.