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Ildefonso Valota. "La città attraverso le immagini"

Una passione per la storia e le fotografie che raccontano la nostra città in divenire.

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Si è tenuta domenica scorsa la mostra fotografica curata da Ildefonso ValotaNovecento a Masciago” in occasione della tradizionale Masciago in Festa. Una serie di immagini del passato per rievocare la storia, i costumi e le tradizioni di quella che una volta era Masciago Milanese.
Ildefonso Valota partecipa all’organizzazione della Festa di Masciago e delle sue mostre fin dal 1977. «All’inizio - ci racconta Valota – si allestivano mostre collettive ospitate nella chiesetta vecchia e in seguito, durante il periodo del restauro, nella cappella accanto alla Chiesa principale di San Martino e si trattava sempre di mostre tematiche, soprattutto religiose».

Una di quelle di maggiore interesse e successo è stata “Sui monti l’ombra del sacro”, una mostra dedicata alle trasfigurazioni delle icone sacre immortalate nel paesaggio montano.

In seguito, Valota è passato all’organizzazione di mostre personali, soprattutto a tema religioso: nel 1990 e nel 2010 ad esempio, in concomitanza con l’Ostensione di Torino, ha organizzato una mostra sulla Sacra Sindone, per la quale è stata esposta una riproduzione a grandezza naturale 4,10 m x 1,10 m della Sindone con tutti i suoi dettagli, nell’ambito di un tema a carattere storico-archeologico. Una mostra durata una decina di giorni, di grande risonanza e per la quale sono stati pubblicati due libretti esplicativi.

Nel corso degli anni Valota non si è limitato a organizzare mostre ma ha pubblicato anche molti libri fotografici, perché per lui le fotografie” non soltanto parlano, ma raccontano ancora più delle parole, attraverso ciò che mostrano, attraverso i dettagli più impensabili, i colori, i costumi, anche le piccole crepe degli edifici oppure la presenza o meno di un parapetto, possono suggerire molto più di quanto ci si possa immaginare”.

Un suo libro pubblicato e che ha avuto particolare successo è stato quello su Gaetana Agnesi, dedicato alla moglie e uscito nel 2011 a Venezia, con una presentazione presso l'Università Ca’ Foscari, inviato alla docente di matematica e scienze e inviato anche al carissimo amico e docente di matematica e fisica dell’Università di Cracovia.

L’anno scorso ha poi pubblicato “700 anni di storia dei nostri edifici religiosi”. La prima chiesa di Bovisio infatti era del IV sec, crollata per l’esondazione del Seveso e ricostruita nel 1720, quella che è ora la nostra chiesa di S.Pancrazio, però più piccola e allargata in seguito nel 1935. Ma non è tutto. Nel 2001 ha pubblicato un libro su Anselmo IV da Bovisio, crociato, morto nel 1101; un altro sulle immagini sacre sui muri del nostro paese, uno sul Beato Padre Monti e nel 2009 collabora alla stesura del volume il “Paese ritrovato”, edito a cura dell'Ufficio cultura del Comune di Bovisio Masciago.

Si è inoltre dedicato alla pubblicazione dei bollettini parrocchiali per l’Associazione anziani “Argento vivo” e in passato ha partecipato e collaborato a molte iniziative anche con le scuole elementari e medie.

Ad oggi c’è in programma la pubblicazione di un libro nuovo, di cui però non vogliamo fare indiscrezioni, tranne che potrebbe riguardare Bovisio in quanto tale e alcune delle personalità importanti che hanno vissuto nella nostra città.

L’anno scorso alla Festa di Masciago ha avuto molto successo la mostra sulle cartoline di Bovisio, mentre l’esposizione di quest’anno vuole invece mostrare il cambiamento e la trasformazione. Perché, come ama ripetere, “la cosa più interessante è osservare, comprendere e lasciarsi stupire dall’evoluzione, dal cambiamento di Masciago Milanese, poi Bovisio e infine Bovisio Masciago attraverso la storia, riconoscere i luoghi noti completamente trasformati da come li conosciamo”.
Dedicata a chi non li ha mai vissuti ma anche a chi invece li ha visti con i propri occhi: un tuffo nel passato che non è semplicemente uno sbirciare dal buco della serratura dei tempi che furono, ma soprattutto un cammino in avanti attraverso il secolo, immersi nelle immagini, che “parlano e raccontano molto più di quanto possano fare le parole”.

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