Domenica 23 giugno sono tornati sulle scene, carichi ed esplosivi, i ventidue ragazzi della compagnia teatrale ââ¦ed espressioni similiâ. Un gruppo eterogeneo ma perfettamente amalgamato e guidato dalla regista Stefania Belotti che, in occasione dellâanniversario del teatro, ha replicato il successo ottenuto il 19 maggio con il musical âTasche vuote, cuore in festaâ. Bovisiomasciagonews ha assistito agli ultimi preparativi e alla messa in scena.
La compagnia teatrale ââ¦ed espressioni similiâ nasce 5 anni fa, da soli tre anni è sotto la guida della regista ventisettenne Stefania Belotti, educatrice in una comunità per bambini e ragazzi a Milano. Decisa e al tempo stesso amichevole (non dimentica mai di informarsi sui loro progressi nello studio), Stefania è una ragazza che senza pregresse esperienze in campo teatrale è riuscita nellâimpresa, per nulla semplice, di guidare e accompagnare ben ventidue attori in un percorso di condivisione e ricerca tanto artistica quanto umana. Perché, sebbene si tratti effettivamente di una compagnia teatrale, i ventidue personaggi sono sopra ogni altra cosa ragazzi e ragazze tra i 15 e i 27 anni, quasi tutti studenti, che tra un esame e lâaltro hanno deciso di riunirsi per esprimere il loro estro, spinti dal desiderio di condividere esperienze e passione per il teatro.
Il pubblico della Campanella in questi cinque anni, ha avuto il piacere di divertirsi assistendo a diverse commedie messe in scena dalla compagnia. I ragazzi hanno allestito I soliti idioti, Su di noi nemmeno una nuvola (liberamente tratto da Aggiungi un posto a tavola), Hercules e lâapprezzatissimo Mary Poppins, fino ad arrivare allâultimo Tasche vuote, cuore in festa. Tutti spettacoli cantati (per scelta irremovibile dei ragazzi), perché il musical, spiega la regista, âè un genere che li affascina e trovano che sia apprezzato bene o male da tuttiâ.
Lâultimo testo, scelto da Don Luca, è un copione impegnativo sul quale la regista ha lavorato non poco, aggiungendo anche alcune modifiche per adattarlo meglio allo spirito del gruppo.
Le prove-
Sabato 22 giugno gli attori della compagnia dellâoratorio si sono riuniti per le prove generali. Il caldo si fa sentire, i ragazzi temporeggiano, si accordano sullâuscita serale, si scambiano confidenze e scherzano. Il fermento nellâaria è quasi palpabile, tra gli attori rimbalza più volte la frase: âRagazzi muoviamoci che se arriva Stefania e ci vede così⦠ci bastona!â. Detto fatto. Stefania arriva, li squadra e li rimette tutti in riga. La sua voce potente ristabilisce lâordine: â5, 4, 3, 2, 1⦠chi non è al suo posto non prova!â e si parte. Perché il tempo per provare non basta mai e la messa in scena è a poche ore di distanza.
Rivolgo le mie domande alla regista, nel corso di unâintervista che assume i toni di una chiacchierata rubata tra una canzone e lâaltra, inserita tra le performance degli attori. Le chiedo comâ è stato lavorare con i ragazzi, quali sono state le sfide, se hanno avuto bisogno di aiuto, se è soddisfatta dei risultati.
âIl lavoro è stato lungo e molto impegnativo ârisponde- sono stati i ragazzi a scegliere il musical come genere dâespressione, e dato che solo due di loro hanno studiato canto (se nâè aggiunto un terzo questâanno), si è trattato di unâoperazione piuttosto complessa. Non è stato semplice farli lavorare tutti con la stessa intensità nello stesso momento, apportare le modifiche necessarie al copione per alleggerire e stemperare alcune scene, lavorare sul testo e contemporaneamente creare coreografie e dirigere i cori. Allâinizio del mio percorso, sono stata affiancata da unâinsegnante di musica della scuola MFA (Music Factory Accademy) di Bovisio, Alessia Dosseni, che è stata indispensabile soprattutto per quanto riguarda la direzione dei cori. Poi, piano piano ha lasciato che prendessi sempre più autonomia e indipendenza, senza mai abbandonarci del tutto però. Non avevo nessuna esperienza di teatro, ma tenevo molto al fatto che la compagnia non si sciogliesse, così ho raccolto la sfidaâ. E possiamo dire con successo.
âSono comunque molte le persone preziose che collaborano contribuendo con le loro capacità e la loro disponibilità -continua la regista senza mai staccare gli occhi dal palcoscenico- prima fra tutti la âsignora delle Chiaviâ Simonetta Barni, e poi la responsabile del âtrucco e parruccoâ Franca Sanfilippo e il folto gruppo di tecnici e scenografi volontariâ.
William Ronchi (che ha realizzato la scenografia a più livelli), Silvano Tremolada e Paola Oltolini con lâaiuto della giovanissima Marta Ronchi, sono alle prese con caschetti di cartone e fogliame, nastro adesivo, graffettatrici e macchine per la nebbia. I tecnici audio e luci Emanuele Belotti, Giorgio Ronchi, Nicolò Leoni e Simone Sarzi, armeggiano con scale, cavi e amplificatori.
Stefania, tra un âVoce!â e un âMuoversi!â ai quali dâistinto avrei obbedito io stessa, prosegue specificando che i ragazzi durante lo spettacolo, saranno tutti impegnati in più parti ma i ruoli con i quali verranno presentati da lei sono: Desirè Fossati come il Diavolo, Andrea Pogliani nei panni di San Francesco, Elisa Cometti in quelli di Santa Chiara e Roberta Vago nel ruolo della Cenciosa, (che poi è il filo conduttore di tutta la storia, una sorta di narratrice). Poi ci saranno Stefano Carpedi nella parte del Padre di S. Francesco, Luca Cermenati e Alberto Tiribelli come Paggetti, Alice Chiesa e Federica Ronchi nel ruolo delle Diavoline e Alessandro Pogliani nella parte del Lupo. Non finisce qui, Fabio Fasoli e Marco Monaco interpreteranno i Frati, Stefano Maggioni sarà una Mosca, Debora Conventi presterà la sua voce superba allâAngelo, Regana Marchitelli sarà una Monaca, come anche Elena Castelli, Gaia Seveso ed Elena Maggioni. Infine vedremo Francesca Zuin immersa nel verde fogliame di un Albero, Daniele Bonesso come Crociato, Giulia Bonesso a rappresentare il Sole e Greta Ronchi che ballerà nelle vesti della Morte.
A questo punto è doveroso fare un breve cenno sulla Storia del teatro, tratto dal sito ufficiale della Campanella di cui possiamo trovare traccia anche allâinterno dei locali:
âFin dagli anni '40 una campanella era posizionata sul muro esterno dell'abitazione di Don Dario, assistente dell'oratorio di Bovisio Masciago. Alla domenica pomeriggio i suoi rintocchi chiamavano i ragazzi a dottrina (brevi lezioni di catechismo). Successivamente, partendo proprio da quel muro, sono stati edificati vari locali ed il salone che hanno così preso il nome di "Campanella". In segno di continuità storica della comunità di Bovisio Masciago, è stato mantenuto lo stesso nome e la campanella originale sarà posizionata nell'atrio del centro polifunzionale. Nell'ottobre del 1978, alcuni giovanissimi parrocchiani debuttavano sul palcoscenico del teatro La Campanella a Bovisio Masciago per realizzare il grande sogno, quello della recitazione. La scelta che ha caratterizzato fin dall'inizio il cammino artistico della compagnia è stata quella di presentare opere in dialetto allo scopo di riscoprire le radici di una cultura e di una tradizione ancora vive. Con questo spirito è iniziata la grande avventura della compagnia teatrale S.Pancrazio, supportata dalle figure di Don Emilio Massoni e Don Giuseppe Galbusera, appassionati del teatro in quanto forma di arte, comunicazione ed educazione e da Don Bruno Molinari che ha incoraggiato e sostenuto la ristrutturazione de La Campanella, con l'obiettivo che diventasse un centro polifunzionale a servizio della comunità â.
I lavori di ristrutturazione del Campanella erano giunti a compimento nel 2007, con tanto di cerimonia di âtaglio del nastroâ, e da allora ogni anno si celebra questa ricorrenza. Questâanno lâonore è spettato proprio ai ragazzi dellâoratorio Padre Monti.
Si apre il sipario-
Come apertura alla pomeridiana di Domenica 23 giugno, viene proiettato un filmato che raccoglie diverse immagini storiche di Bovisio Masciago e a seguire sale sul palcoscenico il direttore responsabile del centro, Giorgio Vago. Dopo aver introdotto e invitato sul palco anche la regista, Vago ricorda lâanniversario del completamento dei lavori e il fatto che la Campanella come centro per la comunità , ha bisogno della comunità stessa per sopravvivere e risplendere. Stefania lo segue a ruota facendosi energica promotrice del medesimo concetto e dopo i ringraziamenti doverosi ai collaboratori, si spengono le luci.
Si parte-
I momenti recitati dalla Cenciosa, da Pietro di Bernardone e dai suoi paggetti introducono in maniera comica le scene, creando un intervallo tra le canzoni, che si susseguono nella narrazione della vita e delle opere del Frate, dallâabbandono della casa paterna fino alla morte e alla santità . Vengono narrate in musica le vicende di Santa Chiara, i dialoghi che S. Francesco intrattiene con lâAngelo da ragazzo, la crociata in Terra Santa, le inutili tentazioni da parte del diavolo. Particolarmente divertenti le canzoni che riguardano gli aneddoti sul suo amore per gli animali. Molto intense quelle che dipingono la sua devozione alla povertà e alla semplicità , come anche la rabbia che il diavolo prova verso la morte per avergli sottratto lâanima più pura e incorruttibile che mai avesse incontrato.
Gli attori si divertono e il pubblico si diverte insieme a loro. Sono numerose le persone in platea, sebbene sia passato poco tempo dalla prima e tutta la rappresentazione è partecipata, tantâè che gli applausi non si fanno mai attendere. Puntuali, ad ogni cambio di scena partono spontanei, addirittura scrosciano, dopo le performance dellâAngelo e della Cenciosa, mentre i paggetti strappano con destrezza numerose risate.
Non si sono fatti mancare nulla i ventidue interpreti, nemmeno qualche sfida innocente e goliardica da dietro le quinte che ha portato alla sorpresa finale della canzone al contrario (aiulella). Senza dubbio la rappresentazione ha avuto successo e gli attori hanno potuto offrire il loro inchino al battimani finale.
Il nuovo centro polifunzionale, luogo di spettacolo, cultura e aggregazione a Bovisio Masciago, può dirsi soddisfatto della riuscita dellâevento.