E’ successo nel pomeriggio di giovedì tra le 15 e le 15.30, presso la stazione di Bovisio Masciago. Due ragazzini di 15 e di 16 anni si sono divertiti per un po’ ad ostacolare la chiusura delle porte del treno, impedendo al macchinista di riprendere con la corsa.
Dopo diversi minuti e il treno ancora fermo in stazione, il capotreno ha chiamato il 112, il comando dei carabinieri di Varedo a sua volta ha subito allertato la Polizia Locale di Bovisio Masciago che si è immediatamente recata sul posto.
Una volta arrivati in stazione gli agenti hanno trovato i ragazzini ancora sul luogo e dopo averli identificati li hanno condotti presso il comando di Polizia Locale in attesa dell’arrivo dei genitori. Ad attenderli c’era anche il Sindaco, Emanuele Galimberti, che ha voluto essere presente per conoscere di persona i genitori dei due minorenni, in quanto già noti alle forze dell’ordine per altre bravate di minore entità.
Per i due giovani è scattata subito una denuncia per interruzione di pubblico servizio e sono stati riconsegnati ai genitori con l’auspicio di non doverli più rivedere in caserma per qualche altro reato.
Secondo la dichiarazione del capotreno e di altri testimoni, tra molti giovani al di sotto dei diciotto anni, sta prendendo piede questa nuova moda di impedire ai treni la chiusura delle porte allo scopo di… provocare un ritardo sull’orario di viaggio dei mezzi. Di solito questi ragazzi, quasi sempre sprovvisti di un valido titolo di viaggio, colpiscono nelle stazioni comprese tra Paderno Dugnano e Seveso scendendo nelle fermate intermedie, per poi riprendere il treno successivo con direzione opposta.
Tirando le somme, emerge ancora di più il fenomeno del vandalismo come atto di “sfogo” e futile passatempo giovanile e viene da domandarsi se i motivi di queste azioni, che come nel caso appena descritto possono comportare una denuncia penale ancor prima della maggiore età (con tutte le eventuali difficoltà sociali e lavorative cui i ragazzi potrebbero andare incontro), sia da imputarsi ad una mancanza di interessi ludici e sociali. Si potrebbe supporre che questo modus operandi sia magari causato da una scarsa partecipazione ad attività culturali, artistiche, sportive o ricreative, possibile conseguenza di una bassa offerta di proposte da parte di enti e/o associazioni. Per quanto riguarda la nostra città però, sappiamo che realtà ricreative di questo genere, dedicate e rivolte ai giovani e giovanissimi, esistono e diviene lecito allora aspettarsi che siano le famiglie stesse a stimolare i propri figli a frequentare ambienti sociali sani ed educativi. Per distoglierli dallo spreco di tempo, aiutarli a trovare una passione e toglierli “dalla strada” che, nel nostro territorio ma non solo, ha veramente ben poco da offrire oltre al misurare la propria forza attraverso inutili bravate.