Due lettere inviate, sette Comuni in attesa di risposta. La questione, è la diossina sul tracciato della futura (se arriveranno i soldi) autostrada Pedemontana, le richieste riguardano la chiarezza e la condivisione dei risultati dei sondaggi e degli studi geognostici, oltre ad un maggiore coinvolgimento delle amministrazioni sulla divulgazione dei progressi nelle future fasi del progetto.
Perché il 10 luglio si avvicina e, oltre alla scadenza dellâultimo bando per la cessione dellâ82% delle quote azionarie di Serravalle (ora il 52,9% è della Provincia, il 18,6 è del Comune di Milano e il 10,5% di enti locali lombardi), in questa data cadrà anche lâanniversario dellâincidente Icmesa del 1976.
Perché sebbene siano passati trentasette anni da quel triste giorno, i timori non si sono ancora spenti.
Perché trentasette anni sembrano tanti a dirsi, eppure non sono nulla quando la minaccia di ulteriori ripercussioni sulla salute, provocate dalla presenza di diossina nel suolo, si riaffaccia a causa del progetto che prevede il passaggio dellâautostrada proprio sulle zone a maggiore rischio, ai tempi denominate zone A e B e già dichiarate intoccabili.
Questa preoccupazione ha spinto più volte le amministrazioni dei Comuni coinvolti nella tratta B2 e i comitati cittadini, a chiedere chiarimenti agli organi competenti senza mai ottenere una risposta chiara. Proprio il mancato coinvolgimento e la carenza di informazioni hanno motivato Sindaci e Comitati a non desistere nellâintento, gli ultimi tentativi risalgono al 10 giugno scorso. Sono due missive firmate - e concedetemi un âfinalmenteâ visto che fino ad ora era sempre mancato qualcuno - da tutte le autorità massime dei Comuni interessati dal progetto: Adriana Sabato (Commissario Straordinario di Seveso), Giorgio Taveggia (Sindaco di Meda), Pietro Luigi Ponti (Sindaco di Cesano Maderno), Roberto Corti (Sindaco di Desio), Anna Maria Frontini (Sindaco di Barlassina), Rossella Rivolta (Sindaco di Lentate sul Seveso) ed Emanuele Galimberti (Sindaco di Bovisio Masciago).
In queste comunicazioni le Amministrazioni hanno espresso i loro dubbi riguardanti la salute dei cittadini e alcune esplicite nonché legittime richieste di aggiornamenti in merito a tutte le analisi effettuate sul territorio.
Nella prima lettera, indirizzata alla Regione Lombardia nella persona dellâAssessore alla Sanità dott. Mario Mantovani, si pone riguardo alla situazione sanitaria attuale dellâarea contaminata dalla diossina, a seguito dellâincidente Icmesa. Nello specifico, vengono messe in luce le preoccupazioni emerse sugli esiti di alcuni studi effettuati e divenuti di dominio pubblico senza che gli Enti locali ne fossero stati informati. Lâesempio più eclatante è quello della ricerca pubblicata su una rivista americana nel dicembre del 2011, la âEnvironmental Health Perspectivesâ, intitolata âDioxin Exposure and Cancer Risk in the Seveso Womenâs Health Studyâ, nelle cui conclusioni è messo in evidenza il potere della diossina di aumentare lâincidenza di tutti i tipi di tumore.
I Comuni sostengono che per poter essere un giusto tramite di comunicazione fra gli Enti e i cittadini, sia assolutamente necessaria la corretta trasmissione di tutti gli esiti delle ricerche sanitarie prodotte e dedicate al caso Icmesa poiché, in quanto rappresentanti dellâAutorità Sanitaria Locale è loro compito informare la cittadinanza ed evitare che resti sospesa sullâignoto e vittima dellâallarmismo. à stato inoltre proposto, a questo scopo, un coinvolgimento della Fondazione Lombardia per lâAmbiente presente a Seveso con il proprio centro di studi e ricerche.
La seconda epistola è stata indirizzata a Società Pedemontana Lombarda S.p.A, allâAssessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Maurizio del Tenno e allâAssessore alle opere pubbliche, viabilità e trasporti della Provincia di Monza e Brianza Francesco Giordano.
In essa, è chiaro lâintento delle amministrazioni di sottolineare quanto poco siano state coinvolte, dalla società autostradale, riguardo a una situazione delicata come quella della diossina. Non solo, si richiedono in maniera decisa informazioni più precise sui test di tipo ambientale e geognostico effettuati sul territorio del tracciato di Pedemontana, sulle indagini integrative dellâarea ex Icmesa, su quanti e quali siano i punti del percorso presi in esame e se i documenti contenenti i risultati siano mai stati inseriti nel progetto esecutivo dellâopera diventandone parte integrante come dovrebbe essere.
Richieste legittime a cui le istituzioni continuano a non rispondere probabilmente -e questo è preoccupante- perché non hanno risposte da dare. Se Regione Lombardia non soddisfa il confronto, i Sindaci non possono tenere informati i cittadini che come al solito restano allo scuro, in attesa, senza nemmeno una musichetta dâaccompagnamento.